[Disclaimer: tutti i viaggi sono stati fatti in completa autonomia, come due donne sole in Asia Centrale.]
Ciao! Lettere dall’Oriente parla, ça va sans dir, di storie e viaggi in Oriente.
Ho chiacchierato con voi di fatti e avventure in Cina, in Giappone, in Laos e Cambogia, nei Balcani, in Ucraina e nel Caucaso. Negli ultimi mesi, però, mi sono focalizzata tantissimo sull’Asia Centrale (ma va?, mi dirai se mi segui da un po’), in particolar modo su Kirghizistan, Kazakhstan e Uzbekistan. È stato, per me, uno dei viaggi che ho approfondito di più, studiando, leggendo, chiacchierando con i local con il mio russo stentato.
La parola “stan” fa quasi paura, e infatti i miei avevano cercato di dissuadermi. Qualche amico ha osato dire “ma cosa ci vai a fare in Tarikistan?” o “Ma cosa c’è in Kigikistan"?” e via dicendo. Noi siamo partite comunque e abbiamo scoperto una natura quasi vergine, con monti ammantati di neve e foreste, torrenti, fiumi e laghi alpini; stazioni astronomiche abbandonate e sanatori sovietici; antichissimi minareti e madrase coperti da tessere turchesi, azzurre, ocra, bianche e versetti del Corano; deserti, steppe e laghi prosciugati.
Ciao, sono Alessandra! In questa foto sto cavalcando sulle Montagne del cielo. Viaggio spesso da sola in Asia, altre volte con la compagnia della mia amica Alessia.
Di recente ho esplorato l’Asia Centrale come donna che viaggia indipendentemente, e nelle mie Lettere ti racconto questa esperienza. Iscriviti per scoprire i miei racconti e ritagliarti un momento di calma in questo mondo frenetico.
Abbiamo sentito le storie affascinanti delle donne che lavorano nei musei (sempre e solo donne), ricevuto inviti a ingozzarci di cibo unto e delizioso da uomini con lo zucchetto in testa, ascoltato musica tradizionale e mangiato i meloni più succosi del mondo nei giardini incantate di matrone asiatiche.
Abbiamo scoperto la storia delle antiche vie carovaniere, di ufficiali inglesi e ingegneri italiani decapitati da crudeli sultani, abbiamo ammirato torri che Genghis Khan si rifiutò di buttare giù nella furia distruttrice della sua Orda d’Oro e scoperto come si crea la stoffa degli dei: la seta.
È stato un viaggio stimolante e spero che le avventure qui narrate possano ispirare qualcuno ad addentrarsi in queste culture esotiche e misteriose, ma così intrecciate alla nostra storia che senza di esse non esisteremmo. Sempre con rispetto e senza mai riversarci in un luogo in massa, flagello del nostro secolo.
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