La fioritura dei ciliegi in Giappone (2)
Seconda parte - Un viaggio nelle tradizioni giapponesi a Kyoto e Nara
Come splendente corolla in fiore
Splendente fiorisce Nara la capitale.
(Ono no Oyu, Manyoshum III, 328)
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Ciao! Per questioni di lunghezza, questa è la seconda parte dell’articolo sulla fioritura dei ciliegi e sul mio viaggio in Giappone. Se ti fa piacere recuperare la prima parte, puoi trovarla qui:
Eravamo a Kyoto
A un chilometro dall’entrata del Fushimi Inari c’è il tempio Zen Tokufu-ji, il “tempio della fortuna dell’est”, famoso per i ciliegi e gli aceri rossi, così da rendere il parco indimenticabile nelle due mezze stagioni: in primavera sembra di entrare in una nuvola pastello, mentre in inverno il burrone dinanzi al tempio si infiamma. Insieme ai colori della natura si alternano grigi giardini zen, celebri per la loro essenzialità: ghiaia, sette massi, un acero nodoso, il tutto da contemplare svuotando la mente.
Un altro tempio che vale la pena visitare è il Kodai-ji, che venne costruito su ordine della monaca Kodai, vedova di Toyotomi Hideyoshi dopo la morte in battaglia del marito. Un piccolo centro di costruzioni in legno dalle ante scorrevoli, tra cui il tempio che ospita i resti del monaco fondatore, il soffitto del quale è stato ricavano dal tettuccio della carrozza di Kodai e dal telaio della nave dello Shogun; più oltre due casette per la cerimonia zen del tè, ora vuote eccenzion fatta per le stuoie a terra, abbracciate da un lato da una piccola foresta di bambù. Alla cinque il tempio chiude, lo si capisce da un monaco che con un tronco batte una campana di bronzo a intervalli regolari, lunghi, in una serie di cupi gong, mentre il sole scende oltre Kyoto ancora una volta.
Il Palazzo dello Shogun è nel centro di Kyoto: è un enorme edificio di legno in mezzo a un parco di vialetti di ghiaia dai quali, nei secoli, i cortigiani prima e i turisti poi hanno ammirato la fioritura di susini e pruni che sbocciano a fine inverno in uno scenario fangoso fino all’arrivo della primavera e dei sakura. Il palazzo è visitabile anche all’interno ed è un must se si vuole vedere come viveva il personaggio più potente dell’arcipelago. Ciò che si immagina del Giappone è racchiuso qui: le pareti sono formate da telai in legno e spessa carta di riso, contro gli spifferi di vento gelido. Si cammina scalzi sulle stuoie di bambù mentre si osservano le spoglie stanze dove lo shogun accoglieva gli ospiti, le pareti rivestite di foglie d’oro con dipinti diversi per ogni stanza: tigri in quella d’attesa per intimidire gli ospiti, paesaggi dei laghi in tutte le stagioni, ciliegi in fiori, aceri, falchi come simbolo del potere e altre migliaia di elementi naturali, in un rapporto armonico e continuo tra uomo e natura.
A Kyoto c’è molto altro da visitare, oppure basta perdersi per le vie artistiche o quelle del cibo. Persino nelle strade residenziali si nascondono altari e templi e davanti a ogni casa, la statua di un procione, personaggio del folklore giapponese, saluta i passanti. La sera ci si può perdere per le vie attorno a Shiyoji, entrare nei vicoli secondari e farsi sedurre dalla lanterna che più si preferisce, scostare la tenda e ordinare del sakè, mentre giapponesi alticci ti offrono cibo e ti riempiono di domande e foto. Pochi giorni a Kyoto non bastano: è come se sotto la fredda armonia di questa città, si potesse sentir ribollire la passione. Non per nulla è stata per secoli la capitale del mondo fluttuante, il mondo del piacere.
Il mio viaggio a Kyoto si conclude al Nishiki Market, dove è possibile assaggiare di tutto: yakitori (palline di polpo), spiedini di polpetti o di pollo, il sushi e il sashimi più buoni del mondo con riso e pesce che si sciolgono in bocca (per soli 6/7 euro), frutta secca, dolci al matcha (tè verde giapponese), il velenoso fugu (pesce palla), ostriche, castagne.
A dir la verità tutta Kyoto è il paradiso del cibo: attorno a Shijoji e a Gion è pieno di ristoranti che vanno dall’economico al lussuoso, dove assaggiare di tutto: ramen, udon, soba, sushi, otonoyaki (frittatona alla piastra con dentro quello che vuoi), e per le strade intorno alle attrazioni turistiche si possono provare gli spiedini di passerotto, i mochi (dolcetti di farina di riso) frutta candita, torte al matcha, gelato al matcha, snack al matcha, biscotti al matcha, latte al matcha, matcha al matcha…
Nara - La città dei cervi
Dal 710 al 794 Nara fu capitale dell’impero giapponese per ordine dell’imperatrice Gemmei, che durante il suo regno fece fiorire molte scuole buddhiste con la conseguente costruzione di innumerevoli templi, molti dei quali ancora in piedi o ricostruiti nei secoli posteriori. Nel periodo Nara si succedettero sovrani che professavano il buddhismo e la città ne è tutt’oggi un nucleo importante, sebbene la maggior parte degli edifici storici, come nel resto del Giappone, sia stata rasa al suolo dagli incendi. La capitale fu spostata a Kyoto quando le varie sette buddhiste raggiunsero un livello di potere troppo influente per essere accettato dalla corte e nei secoli seguenti rimase soltanto un polo religioso senza più autorevolezza sulla corona.
Uscendo dalla stazione di Nara, basta seguire il flusso di gente per andare verso il famoso Nara Koen, il parco, uno degli spot migliori di tutto il Giappone per l’hanami. Vale la pena visitarlo in qualsiasi momento dell’anno, per immergersi nella storia nipponica e per godersi la compagnia dei suoi abitanti: i piccoli cervi che mendicano deer biscuits e altro cibo dai turisti in cambio di foto. Il parco è una riserva protetta di questi animali i quali, si dice, un tempo occupavano tutti i monti circostanti. Oggi possono essere trovati solo nell’immenso parco cittadino.
Il tempio più noto di Nara è il Todai-ji (Grande Tempio dell’Est) costruito nell’VIII secolo. Fu vittima di incendi tre volte e tutte e tre le volte venne ricostruito in una versione più piccola. La costruzione attuale risale al XVIII secolo. Le due pagode che un tempo stavano ai lati non sono state ricostruite. Una guida gratuita che parla inglese è in attesa di turisti incuriositi dalla storia del tempio, a cui racconterà come il sito sia una commistione di stili. Non sorprendono le decorazioni cinesi, soprattutto in virtù del fatto che nel periodo Nara il punto di riferimento religioso e culturale era la Cina della dinastia Tang, ma trovare i bassorilievi di leoni persiani sugli incensieri fuori del tempio lascia a bocca aperta.
All’interno, su un grande piedistallo a forma di fiore di loto con incisi mantra, c’è un Buddha di sedici metri. Una delle colonne portanti sulla destra ha un foro della stessa dimensione di una narice della statua. Si dice che chi riesca a passarvi dentro raggiungerà il Nirvana velocemente. Per gli adulti è un po’ faticoso, ma qualcuno vi riesce.
Il Museo Nazionale di Nara, sebbene abbastanza piccolo, espone statue religiose vecchie di un millennio e contiene anche una bellissima collezione della Bodhisattva Kannon (la dea Guangyin in cinese ovvero l’Avalokitesvara degli indiani e dei tibetani), che con le sue migliaia di braccia e le innumerevoli teste, ha fatto voto di rimanere sulla terra sino a che l’ultimo essere umano non abbia raggiunto la liberazione. Insieme a questa esposizione, è possibile osservare le tecniche di lavorazione delle varie sculture dal bronzo, al legno, alla lacca.
I visitatori preferiscono dedicare a Nara un solo giorno, mentre si passa da Kyoto a Osaka (collegate da un treno veloce che copre i chilometri in meno di un’ora), ma se si decide di rimanervi più a lungo ci sono abbastanza siti da visitare, nonché le rovine dell’antico palazzo imperiale subito fuori città.
Inoltre, grazie alla vicinanza a Osaka, è in una posizione di privilegio per visitare il Kansai o prendere uno shinkansen, un treno “proiettile”, e visitare il resto del Giappone.
Un caro saluto,
Ale
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I sogni vanno realizzati - Laos
Scrivo queste parole su un quaderno verdeacqua comprato in una libreria di una stazione. Ha quasi 200 pagine bianche che ho deciso di riempire a mano con una penna blu. Solo in seguito detterò tutto al computer per una seconda stesura. Scrivo a mano per non stare sempre davanti a uno schermo e anche per sentirmi un po' come un viaggiatore del passato ch…
Di Kyoto ho un bellissimo ricordo: buon cibo e bellissimi giri in bicicletta
Gran bel pezzo! Kyoto è una città bellissima e mi manca molto, io sono stato solo mezza giornata a Nara, grandissimo errore!