Far fluire la creatività eliminando i social
Alcune considerazioni su come Instagram abbia distrutto la mia scrittura
Ciao, sono Alessandra. Viaggio a tempo pieno e scrivo di viaggi lenti. Iscriviti gratuitamente per goderti i miei post da leggere con calma, prendendosi del tempo per se stessi in questo mondo frenetico.
Stilare dei buoni propositi a marzo è inusuale, ma in fondo sta arrivando la primavera. Quale momento migliore per iniziare da capo? Non parlo di grandi sconvolgimenti, eppure so che questo semplice atto mi permetterà di avere più tempo e più pace. Più presenza.
A volte ripenso a come vivevo “prima” e mi sembra che tutto fosse molto più romantico, avesse più significato, più profondità. Riuscivo a scrivere per ore e ore senza distrazioni. Ora, invece, faccio sempre più fatica.
Per una persona che lavora online questo cambiamento potrebbe essere drastico. Va fatto, però. Sto pensando di cancellare tutti i social che ho, nonostante mi sembri spaventoso. Non saprò come passano il tempo i miei amici, non potrò visitare il profilo di una persona e capire chi è. Soprattutto, sarà una zappata sui piedi del mio business online?
Probabilmente no, visto che il mio profilo professionale fa schifo e in realtà mi porta pochissime interazioni. Vale la pena perdere il buonumore nel vedere che gli altri account hanno una grande revenue (o così pare), e soprattutto vale la pena sprecare il mio tempo, la mia attenzione e i miei pensieri in video di pochi secondi che, in fondo, non mi lasciano assolutamente nulla?
Ho scritto una trilogia di romanzi e una miriade di racconti. Che fine ha fatto quella grandissima vena creativa che ha caratterizzato i miei vent’anni? Me lo chiedo ogni giorno e, anche se è vero che mi sono lasciata sommergere di cose da fare (chissà perché?), lo “screen time” dell’Iphone rivela numeri inquietanti.
Pochi giorni fa sono stata male, così mi sono sdraiata sul divano e ho iniziato a navigare su internet come un tempo. E come un tempo mi sono ritrovata su un blog che leggevo di solito: mi sono rilassata, mi sono sentita calma. Potevo avere il cellulare in mano senza quella sensazione di frenesia, di brusio, di rumore, di caos, di fretta, di ansia che mi provoca Instagram (è il social che, mio malgrado, uso di più).
È stato bello poter leggere una pagina di pensieri altrui come facevo prima. Certo, ogni sera leggo un libro per un paio d’ore e l’effetto calmante è amplificato, dato che ti tiene impegnato più a lungo. Quello di cui ho improvvisamente sentito la mancanza scrollando nel blog sono proprio queste "pillole", queste letture leggere, veloci e auto conclusive. Brevi racconti di viaggio, di vita, pensieri e riflessioni – cose che stendevo anche io prima di buttarmi nell’inferno dei social media. Quel giorno, mi sono ricordata di quanto fossi felice la mattina di poter scrivere, di come avessi conosciuto gente nuova che amava fare lo stesso, di come ci scambiassimo pensieri, opinioni, letture e di come tutto fosse tranquillo, senza frenesia né frustrazione.
Ho voglia di riprovarci, di riprendere a scrivere sul serio e di leggere online senza il frastuono dei social media. Sperare che ci siano altre persone che la pensano come me mi fa sentire meno sola. Perché, tra i vari problemi legati all’attenzione e all’ansia, è questo ciò che i social media creano: se sei diverso, ti senti solo e non sei mai abbastanza.
Per lavoro, mi sono ritrovata a dover affrontare l’algoritmo di Instagram. Ho un business interamente online e, purtroppo, il marketing sui social media non si può ignorare. Queste sono le condizioni odierne, legate alla mia scelta di vita di lavorare 100% da remoto senza avere un luogo fisico dove poter accogliere i clienti.
Il problema non è di Instagram in sé, che forse potrebbe anche risultare uno strumento utile a qualcuno, ma degli stati emotivi negativi che ne conseguono. Di come i social media alzino la dopamina a livelli mai visti prima non è più un segreto e sempre più persone soffrono di anhedonia, ansia e depressione.
L’ansia viene anche a me. Lavoro a parte, nei momenti morti mi ritrovo tutte le sante volte ad aprire quell’app infernale e a iniziare a scrollare video sempre più divertenti e sempre più inutili e tutte le sante volte mi vengono i sensi di colpa, come quando ci si mangia una bella fetta di torta durante la dieta. Se poi ho discusso con il mio compagno, le foto delle altre coppie felici (almeno apparentemente) mi fanno cadere ancora di più nella depressione e lo accuso di non essere come quei teneri ragazzi dei social.
Infine, vedere che alcuni colleghi hanno molti più followers di me mi fa sentire una fallita. Non è una questione di vanità, perché i miei contenuti sono legati al lavoro e non a me stessa, ma l’ansia che ne deriva per non aver raggiunto i loro risultati mi fa sentire così male che non riesco ad andare avanti.
Non è giusto.
Non eravamo così.
Il mio buon proposito primaverile è quindi di eliminare – o almeno di limitare drasticamente – l’uso dei social e di scrivere, di sedermi in silenzio con una tazza di caffè davanti alla pagina bianca per lasciar scorrere le dita sulla tastiera, oppure di andare a sedermi al sole, con la brezza dell’oceano tra i capelli, e riempire d’inchiostro il quaderno.
Anche solo immaginare questa situazione mi fa sentire al sicuro. Non ho bisogno di mettermi in mostra ogni giorno davanti ad un’annoiata platea o di scrollare furiosamente.
Tornare a me stessa tramite la parola scritta.
A presto,
Alessandra
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Carissima Alessandra, intanto piacere di averti incontrata qui su Substack. Poi, mi permetto di condividere con te una mia riflessione. Da tempo soffro dello stesso problema: una profonda repulsione per i social media. Personalmente, non me la sento di cancellare gli account perché, pur avendo poco seguito, mi servono per un progetto che sto mettendo in piedi. Quello che ho fatto però è stato togliere tutte le app dal cellulare. Questo mi costringe a ritagliarmi un tempo definito di accesso ai social dal PC che diventa quindi un tempo dedicato a quello e solo quello. Per ora sembra funzionare piuttosto bene :-) Grazie ancora per le tue parole!
Io invece mi sono accorta che funziono al contrario: sono concentratissima sul computer, soprattutto se il telefono lo mollo in un'altra stanza senza esitare.
Da quando ho iniziato a leggere le note su Substack, tra l'altro, ho iniziato a usare sempre meno Instagram e pure facebook, proprio per la sensazione di calma che descrivi – spesso perché le note portano poi a una lettera più longform.
Io non vorrei cancellare tutti i social perché per me sono sempre state un ponte verso la realtà, un modo di aggregarsi poi nel reale e fare cose insieme (più facebook che Instagram, onestamente, perché ha le funzioni di gruppi e creazione eventi: pure se ora va di moda dire che fa cagare io non ho ancora trovato alternative valide).
Credo semplicemente sia questione di *arginare*. Almeno per me. Quando non sono in viaggio a casa ho un vecchio telefono senza app social che chiamo il QuietPhone e che uso ogni sera dopo le nove. Credo che presto prenderò una tablet per avere a disposizione più spazio di lettura sullo schermo, anni fa prima che si distruggesse avevo una iPad mini senza facebook né whatsapp ed era una figata.
È un dibattito molto interessante, ed è bello vedere come le diverse persone gestiscono la cosa :)